La Parola del Parroco
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08 Novembre 2015
Nel giorno di Cristo Re, e Gesù è re perché serve, celebriamo nella nostra Diocesi la Giornata della Caritas.
È un invito a vivere la carità "come Gesù". Stimolati dal suo esempio, i discepoli di Gesù vivono la carità senza calcoli, e potremmo aggiungere, senza confini, senza esclusioni.
Ingenui? Forse, ma nessuno ha in mano la ricetta della "vera carità", e se si deve sbagliare (e nessuno é esente da errori, tanto meno quelli che fondano tutto sul calcolo e sulla statistica) meglio è sbagliare per eccesso, e non perché "si ha il braccino corto".
Questo vale per i singoli credenti, vale per la Caritas e, forse, vale anche per le istituzioni.
Il mondo brucia (e non è una immagine retorica), le "emergenze" sono diventate quotidiana normalità, la solitudine aumenta e distrugge il cuore e la speranza di molti. Porre dentro tutte queste situazioni una iniezione di fiducia, anche attraverso dei gesti di solidarietà concreti, forse non risolve nessun problema, ma é certamente un gesto che può far spuntare un po' di cielo in chi davanti a sé non vede che il buio gorgo di un mare in tempesta (e anche questa non è immagine retorica, è cronaca reale!).
Le nostre Caritas compiono questo servizio, quello di aprire i cuori alla speranza prima che risolvere dei problemi (anche perché non è compito della Caritas sostituirsi alle istituzioni), e proprio per questo e in questo vanno sostenute. Le critiche di chi valuta gli interventi della Caritas con il bilancino del cuore piccolo, a fronte di presunti sprechi, sinceramente non toccano le nostre Caritas.
E allora auguro alle nostre Caritas di continuare a donare con gioia e libertà.
Nell'amore non c'è spreco: ce lo insegna quella donna che a Betania ha "sprecato" per Gesù "una libbra di puro nardo assai prezioso".
La misura l'amore rimane comunque e sempre quella che ci ha insegnato Gesù: ha donato tutto.